Locanda di San Giovanni di Dio: rifugio di carità e cura delle nuove povertà
La Locanda San Giovanni di Dio è nata come risposta al profondo spirito di San Giovanni di Dio, fondatore dei Fatebenefratelli. In questo luogo accogliente, nessuno veniva mai respinto e ogni persona bisognosa di cure e di ristoro trovava rifugio.
Nell’intervista che segue, Fra Angelo Sala, referente religioso per la Locanda San Giovanni di Dio, ci conduce in un viaggio alla scoperta dell’ispirazione e dell’evoluzione di questa istituzione dedicata all’assistenza dei bisognosi a Brescia.
La genesi di una Missione vitale e lo Spirito che la anima
La “Locanda di San Giovanni di Dio” è una realtà viva, in divenire, che nasce per rispondere ai bisogni emergenti delle nuove povertà del contesto bresciano.
“Innanzitutto, il nome Locanda San Giovanni di Dio prende spunto dal Vangelo, precisamente dalla Parabola del Buon Samaritano. Qui è un Samaritano, che incontra sulla sua strada un uomo ridotto male, ferito, che non riesce ad alzarsi da terra. Il Samaritano fa le prime cure e poi lo porta a questa Locanda per farlo riposare pagando di tasca sua le spese dell’albergo.”
“Ed è questo lo spirito che anima la Locanda: prendersi cura dell’uomo solo, abbandonato, feritonel corpo e nell’animo.” introduce Fra Angelo Sala.
Così fece anche il nostro Fondatore, San Giovanni di Dio, che si prese cura dei poveri della città di Granada, portandoli nel suo Ospedale per essere curati e nutriti.
L’accoglienza dei Senza Fissa Dimora come Fatebenefratelli nasce nel lontano 1981, quando il Padre Maestro insieme al gruppo dei Novizi aprono le porte alle persone, soprattutto bresciane, che non avevano una casa o l’avevano persa a causa di varie vicissitudini della vita.
“Oggi, lavorando con altri servizi territoriali, cerchiamo di dare una risposta ai bisogni che emergono nel territorio bresciano. Lavoriamo con una progettualità condivisa per poter far riacquistare a queste persone che hanno perso tutto nella loro vita, una dignità ed un aiutomateriale.” continua Fra Angelo.
“Siamo partiti un po’ spartanamente tanti anni fa. Si accoglievano queste persone dando loro un pasto caldo ed un letto per dormire. Poi pian piano si è cercato, con l’aiuto di figure professionali di dare un qualcosa di più del pasto caldo. Si cerca appunto di entrare nelle loro problematiche e di aiutarli a ricostruire la loro vita.”
“Avevo fame e mi avete dato da mangiare; ero forestiero e mi avete ospitato….” illustra Fra Angelo.
Riflessioni sull’invito a essere Missionari dell’Amore e della Misericordia
Nell’attuale contesto sociale e spirituale, l’invito a essere missionari dell’amore e della misericordia riveste un significato di grande importanza. Questo appello, proveniente dal Santo Padre, richiama tutte le Confraternite e, in particolare, i religiosi, a mantenere viva la fiamma del servizio e della missione, ad affrontare con creatività e coraggio le sfide dei tempi moderni.
“Per me è rispondere unicamente a ciò che dice il Vangelo. Quindi il messaggio di Cristo. Chi avrà dato anche solo un bicchiere d’acqua a questi miei fratelli avrà in eredità il Regno di Dio.“
“Dobbiamo far sperimentare questa misericordia che Lui per primo ci ha donato a tutte le persone che hanno bisogno di cure. Devono vedere nei nostri gesti d’amore il volto di Cristo. Siamo chiamati anche a lottare contro la sofferenza e l’ingiustizia. Dobbiamo essere Voce di chi non ha voce”. specifica il Frate.
“Tutto il nostro operare deve sempre essere rivolto alle persone bisognose. Dobbiamo, come ci ricorda il Santo Padre, Il Papa, sentire l’odore delle pecore. E mi piace citare anche, Fra Pier Luigi Marchesi, già Generale dell’Ordine, che diceva spesso che noi Religiosi Fatebenefratelli dobbiamo sentire l’odore del malato.”
“Dobbiamo sporcarci le mani e non aver paura di sporcarle. La nostra vita deve spendersi tra i poveri e i malati. Anche pericolo della nostra vita. Essere uomini misericordiosi per portare Misericordia a quanti incontriamo sulle nostre strade. Solo così possiamo essere Missionari dell’Amore.” conclude.
Una panoramica delle prospettive di sviluppo e novità della Locanda di San Giovanni di Dio
Come abbiamo già anticipato, la Locanda San Giovanni di Dio a Brescia si è trasformata nel corso degli anni per affrontare in modo sempre più completo le sfide delle nuove forme di povertà e i bisogni emergenti nel territorio. Inizialmente, si concentrava sulla fornitura di servizi di base come cibo e alloggio, ma ha esteso la sua missione per affrontare le sfide della povertà moderna. Attualmente, offre ospitalità a 20 uomini senza dimora.
Oggi assieme alla pura carità si unisce la professionalità e la competenza. Ma lo spirito è sempre lo stesso. Accogliere in toto la persona malata e bisognosa. Sempre seguendo lo spirito di Giovanni di Dio e lo spirito del Vangelo.”
specifica Fra Angelo
La Locanda supera il tradizionale modello di dormitorio, offrendo molto più che vitto e alloggio. L’obiettivo principale è aiutare le persone senza dimora a uscire dalla marginalità. L’offerta comprende assistenza sanitaria, supporto psicologico, accompagnamento territoriale, assistenza con i servizi locali, attività ricreative ed educative. Il personale collabora strettamente con i frati Fatebenefratelli per un approccio olistico.
In futuro, la Locanda San Giovanni di Dio si impegnerà a rafforzare ulteriormente la sua presenza online attraverso il rafforzamento della presenza sul sito web e una forte identità digitale.
Inoltre, grazie all’avvio delle campagne di raccolta fondi per aiutare coloro che sono più bisognosi. Saranno aperti a collaborazioni con altre organizzazioni per massimizzare l’impatto dei loro servizi e stanno già pianificando nuovi progetti dedicati a migliorare la vita dei poveri e degli emarginati. Questi sforzi dimostrano l’impegno continuo della Locanda San Giovanni di Dio nel servire la comunità e affrontare le sfide attuali e future della marginalità sociale.
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